domenica 27 luglio 2008

Il male

La capacità di fare il male è connaturata all'uomo, così come il suo desiderio di bene. Ma il male stesso è condizione della vita dell'uomo, che egli è chiamato a vivere così come è.
Non si può eliminare il male se non eliminando l'uomo. Ed è esattamente quello che hanno fatto tutte le ideologie passate e presenti: se qualcuno commette il male (secondo la definizione vigente di male) va estromesso dalla società, incarcerato, ucciso.
Se una persona è malata, vive una condizione di male, e la fa vivere anche a chi gli è vicino. Allora qual è la soluzione proposta dalla società "moderna"? Eliminare fisicamente il malato. Rifiutare la vita perché se ne rifiuta la condizione, amputare l'esistenza perché se ne vogliono tenere solo gli aspetti buoni, amputandone così anche il suo significato.
In una società che vive a pezzi e cade a pezzi, solo la Chiesa continua a percepire il reale valore e significato della vita, e unica accetta il male che è dell'uomo e nell'uomo, così come fece Gesù per primo. Non si aiuta una persona togliendo un pezzo alla sua vita, ma facendogliela vivere a fondo, in qualunque condizione.

Buone vacanze.

martedì 15 luglio 2008

Preparatevi al futuro!

OK, non so se giocherò a Fallout 3. I giochi in free roaming mi disorientano. Ma questo un po' mi attira. E il trailer presentato all'E3 è meraviglioso.


domenica 13 luglio 2008

Quando i Neri per Caso incontrano il metal teutonico...

...nascono i Van Canto.


Più che le parole, anche perché non ne ho, possono parlare i video come questo, o come questa cover di Battery.
Epici. Soprattutto nell'impegno.

giovedì 10 luglio 2008

Quando i tuoi genitori vogliono comunicarti in maniera delicata che non eri il benvenuto.

Persone con nomi particolari ne esistono molte. Il primo e più lampante che mi viene in mente è il buon Nebo, la cui "colpa" è di avere il padre africano. Non ho mai avuto il coraggio di chiedergli il cognome. C'è Leonora, la sua nuova e accesissima fiamma, vittima di un errore di trascrizione all'anagrafe, così come Sarha, una ragazzina che conobbi parecchi anni fa e che si sarebbe dovuta chiamare Sarah. Qui si potrebbe già questionare sul perché i suoi genitori abbiano voluto appendere quell'inutile 'h' in fondo al nome, che anche se fosse stata scritta al posto giusto sarebbe stata comunque una maledizione a vita: non "Mi chiamo Sara", ma "Mi chiamo Sarahconlaccainfondo". Per lei è peggio: "Mi chiamo Sarhaconlaccatralaerreelasecondaa". Un peso che io non potrei sostenere, davvero. Correrei all'anagrafe appena compiuti i 18 anni a chiedere di cambiare nome. Ci fu quel ragazzo di nome Davide Emanuele Giovanni Paolo, una piaga per la foresta amazzonica nel momento in cui gli si chiedesse di scrivere il suo nome per intero. Solo per averlo scritto qui, in formato digitale, tre alberi di Manaus sono collassati per il terrore. E potrei continuare a lungo.
E poi c'è Sharon.
Il giorno in cui la conobbi e mi disse il suo nome, il collegamento con la storica Sharon de "I Ragazzi della Terza C", la cui interprete, peraltro, si chiama Sharon anche nella realtà, fu immediato.


Trattenni a stento una risata. Non tanto per non risultare indelicato, ma per non strozzarmi, dato che stavamo mangiando.
C'è da dire che in qualche modo il nome le calza a pennello: carina, intelligente, con un quid, una naturale eleganza che la fa sembrare vestita con un abito di Valentino anche quando indossa una normalissima tuta.
Saltiamo a oggi. Ora di pranzo. Stiamo mangiando insieme e per scherzo sollevo la questione.
"Tu sei un falso. L'unica e vera Sharon è Sharon Zampetti!"
"Chi?"
"Ma sì, dai, quella dei Ragazzi della Terza C! Hai presente?"
"Aah, sì! Pensa che i miei genitori mi hanno chiamata così proprio a causa sua!"
Tuc! Mi è cascato a terra un testicolo e io, impietrito dalla rivelazione, lo osservo sconsolato rotolare via senza poter tentare di recuperarlo.
"Stai scherzando, vero?" chiedo speranzoso.
"No, è vero!" replica seria.
Tac! L'altro testicolo subisce lo stesso destino del suo compagno.

"I tuoi genitori devono volerti molto male, vero?" concludo tristemente.
Perché non credo ci sia altra spiegazione.

mercoledì 9 luglio 2008

Battlefield: Bad Error

Nella recensione che ho scritto nel post precedente mi sono incredibilmente dimenticato, per la fretta di metterla giù, della possibilità, nel gioco, di fare TUTTO A PEZZI. Gli edifici cominciano la battaglia belli integri e possono essere ridotti pian piano a scheletri in fiamme a colpi di artiglieria, mortaio, cannone, granate, eccetera, mentre enormi buche si aprono nel terreno dove cadono i colpi e gli alberi vengono travolti dai cingoli dei corazzati. Finalmente! Ora i cecchini e gli anticarro non potranno più nascondersi codardamente dietro una semplice parete di lamiera stranamente a prova di tutto, mentre gli assaltatori potranno aprirsi nuove porte a colpi di granate!

lunedì 7 luglio 2008

La mamma mi ha sempre detto di non frequentare cattive compagnie...

...stavolta le ho disobbedito, e sono contento di averlo fatto.


Battlefield: Bad Company si incarica di raccogliere l'eredità della serie Battlefield. Lo fa inserendo per la prima volta una campagna single player e con un multiplayer forse non all'altezza dei precedenti capitoli, ma dannatamente divertente.
La campagna single player racconta le avventure della squadra B-1C, facente parte della Compagnia B, ovvero la Bad Company, la compagnia in cui vengono mandati tutti i cattivi soggetti dell'esercito, usata per le missioni più pericolose. I personaggi sono fortemente caratterizzati: abbiamo il Sergente Redford, il tipico ufficiale tutto d'un pezzo che però non t'aspetteresti di trovare nella Bad Company - come sia finito qui verrà spiegato nel corso del gioco; Sweetwater, un tipo dalla lingua affilata ma sempre pronto a lamentarsi di tutto e anche un po' codardo; Haggard, l'esperto di esplosivi e maniaco degli stessi, molto impulsivo; infine, Preston Marlowe, un tipo apparentemente remissivo, che sarà impersonato dal giocatore. Questo gruppetto di carne da cannone scoprirà, all'inizio della storia, che l'esercito americano in guerra con la Russia non si trova contro solo i soldati di questa nazione, ma anche esperti mercenari assoldati da un tale detto "Il Legionario", che paga i suoi sottoposti in sonanti lingotti d'oro! Quale occasione migliore di procurarsi un cospicuo fondo pensione se non razziare questi lingotti?
La storia si dipana attraverso lunghe missioni su vastissime mappe, che se esplorate con cura prenderanno oltre un'ora di gioco. L'utilità di esplorare le mappe viene dalla possibilità di ritrovare oro, armi e accessori di vario tipo. Gli obiettivi vengono chiaramente indicati sulla mappa, ma il come raggiungerli e attaccarli viene quasi sempre lasciato all'iniziativa del giocatore. Vuoi tentare un'infiltrazione e colpire di sorpresa o preferisci irrompere con un mezzo corazzato seminando devastazione ovunque? La scelta è solo tua. In caso di prematura scomparsa, Marlowe ricomparirà all'ultimo checkpoint raggiunto, ma senza dover ripetere quanto già fatto prima di essere abbattuto.
Ora, trovandosi in una squadra ci si aspetterebbe di poterla sfruttare. Magari! La grande magagna di questo gioco è che la propria squadra non fa nulla, a parte segnalare sulla mappa la posizione dei nemici. Non la si può indirizzare in alcun modo, si limita a seguire il giocatore. Qualche volta risponde al fuoco e ancor più raramente abbatte qualche avversario. Deludente. Discorso diverso quando si è a bordo di un mezzo: in tal caso, l'addetto alla postazione di fuoco secondaria sarà preciso e letale, dimostrandosi finalmente utile. Nonostante questo grosso neo, la campagna single player resta interessante e godibile.
Ma è nel multiplayer che si dimostra la forza di questo titolo. Come da tradizione, le mappe sono gigantesche, anche se solo otto (molto probabilmente ne saranno rilasciate altre in futuro, ma dubito saranno gratuite...), ma non ci sono più punti di controllo da contendersi. A turno le due squadre saranno in attacco o in difesa: la prima dovrà raggiungere le casse d'oro disposte nella mappa e distruggerle, con le proprie armi (metodo lungo) o piazzando una carica esplosiva (metodo rapido, ma può essere disinnescata dai difensori). Il compito dei difensori sarà sterminare gli attaccanti ed esaurirne i rinforzi prima che distruggano le due casse d'oro. Se dovessero riuscirci, si aprirà una nuova sezione della mappa, prima off-limits, e saranno aggiunte due nuove casse d'oro, il tutto finché non saranno prese tutte le casse presenti nella mappa o esauriti i rinforzi degli attaccanti. Si trovano mappe ampie e aperte come Oasis o Harvest Day, in cui è presente un'ampia scelta di mezzi, o più piccole e anguste come Ascension, in cui compare la sola fanteria. I veicoli a disposizione spaziano da veloci buggy armate leggermente a pesanti carri armati, passando per auto blindate e tank leggeri adatti sia come mezzo d'attacco terrestre che come contraerea. In alcune mappe saranno disponibili anche elicotteri, ma a questo giro nessun aereo! Gli attaccanti avranno spesso, nella propria base, un cannone di artiglieria che deve essere adoperato da un giocatore e la cui portata difficilmente supera la seconda base avversaria.
Il gioco prevede un sistema di avanzamento di grado basato sul punteggio ottenuto durante le partite classificate online, attraverso il quale si otterranno punti per sbloccare nuove armi ed equipaggiamenti per le cinque classi presenti: Assalto (armata di precisi fucili d'assalto, la punta di diamante dell'attacco, con la possibilità di sbloccare una siringa per curarsi come quella del single player), Demolizione (il cui principale scopo è neutralizzare i mezzi avversari a colpi di RPG, può sbloccare le mine), Ricognizione (il cecchino, può sbloccare un binocolo per designare un veicolo come bersaglio di un missile teleguidato), Specialista (armato di fucili silenziati e un comodo tracciatore per i nemici, può sbloccare il C4, utile come trappola per la fanteria, per far saltare i tank o far crollare i ponti per ostacolare il nemico) e Supporto (addetto principalmente alla cura dei compagni e alla riparazione dei veicoli, può sbloccare un designatore di bersaglio per l'artiglieria). Sul sito di Battlefield è anche presente una completa analisi delle proprie statistiche di gioco. Completa il tutto la possibilità di catturare screenshot e caricarli automaticamente sul sito, scegliendo in seguito quali pubblicare.
La grafica è molto bella: il nuovo motore Frostbite prodotto da DICE getsisce benissimo i grandi spazi aperti con un buon livello di dettaglio. Peccato solo per gli interni degli edifici, spesso molto spogli, ma credo sia l'unica critica che si possa muovere a un gioco che sotto il punto di vista tecnico è estremamente curato.
Anche il sistema di controllo è adeguato, benché, da vecchio giocatore di FPS su PC, io trovi molto scomodo scorrere le diverse armi e oggetti con i tasti anziché poterle selezionare direttamente o scorrerle con la rotella del mouse, e spesso mi incasini e continui a scambiarle mentre un avversario mi fredda allegramente.
Assolutamente un gioco consigliato: ben confezionato, divertente, appassionante. Voto: 8,5/10.

L'ho sempre pensato, sotto sotto.

-Dalla Parte di Asso Merrill-: Sushi di Flipper