lunedì 29 settembre 2008

mercoledì 24 settembre 2008

Naab

Dopo 16 anni da quando sono stato costretto a ricorrere all'utilizzo di ausilii visivi, finalmente mi decido a comprare le lenti a contatto. L'occasione è data dal dover rifare gli occhiali, visto che i miei sono rotti e mi sono ridotto a utilizzarne un paio vecchio di otto anni o più, fortunatamente ancora in condizioni decenti.
Subito scopro che posso utilizzarne solo di fatte su misura, perché i miei occhi hanno una curvatura che eccede gli standard. Vabè.
L'impatto iniziale è positivo: finalmente posso vedere con i miei occhi!


Ehm.
Dicevo, impatto positivo. Fanculo quei cosi sul naso!

Saltiamo a stamattina.

Finalmente ho imparato a indossarle rapidamente. Occhio destro, check. Occhio sinistro, check. Finisco di vestirmi.
Ehi, com'è che ci vedo così male?
Mi guardo allo specchio. La lente sinistra è scomparsa. :|

[Segue serie di improperi irripetibili.]

Passo oltre mezz'ora a battere tutti i luoghi in cui sono passato, cassetti che ho aperto, striscio per terra come un serpente per cercare di cogliere un riflesso rivelatore.
Niente.
Sono incazzato e depresso.
Sono davanti a due scelte:
  1. Pregare tutti i santi del Paradiso, confidando nel loro aiuto.
  2. Bestemmiare tutti i santi del Paradiso, finché non li vedo cadere a terra.
Opto per la 1, ma non sembra funzionare.
E intanto, sono in ritardissimo per il lavoro.
Disperato, vengo colto da un sospetto.
Mi riguardo l'occhio. Niente.
Cerco ancora.
Mmh.
Riguardo nell'occhio. Macché.
Tiro manate per terra nella speranza che la lente, ovunque sia, si attacchi ai palmi.
Riguardo ancora nell'occhio.

...

Ehi, c'è qualcosa che sembra sporgere da sotto la palpebra superiore.

...

E' la lente. :|
Si era incastrata lì sotto.

Sospiro di sollievo e ringrazio il cielo.

Ora la devo rimettere. Vai vai, ormai sono pratico.

...

Cazzo, si attacca sempre sotto la palpebra. La sposto. Ritorna su. Metto collirio. Niente, si attacca.

Per oggi le lenti a contatto "non sono cosa".

Via di casa con i vecchi (nuovi) e affidabili occhiali, ché sono già in ritardo di... EEK! UN'ORA!

E, nella fretta, non mi sono nemmeno messo un po' di pomata sul collo che mi fa male. Yay.


Se il buongiorno si vede dal mattino... che giornata di merda!

giovedì 18 settembre 2008

"Mente Bella" un cazzo!

Al piano dell'edificio in cui lavoro c'è anche il Dipartimento di Matematica.
Il problema con i matematici è che la scienza che studiano, essendo grandissima, occupa interamente il loro cervello, senza lasciar spazio a elementi basilari di vita sociale.
L'altro problema è che molti di loro usano i nostri stessi bagni.
Già in passato palesammo il nostro malcontento attraverso un piccolo manifesto appeso all'ingresso dei servizi. Perché molti di loro non realizzano che, se la tavoletta è abbassata, va alzata prima di pisciare, e non completamente innaffiata dalla loro pioggia dorata. Non realizzano che fumare mentre cacano e lasciare tutta la cenere a terra, oltre alla puzza di fumo, fa schifo. E, mettiamoci dentro anche questo, non concepiscono che sia bene, non dico lavarsi, ma almeno sciacquarsi le mani dopo aver fatto i propri bisogni.
La goccia che ha fatto traboccare il vas(in)o è stata la mega cacata che ho trovato ieri in una delle tazze. Dopo essersi svuotato le interiora, il tizio che l'ha prodotta non ha pensato che fosse necessario anche tirare l'acqua.
Un giorno mi gireranno le palle e ne colpirò uno per educarne cento.
Con una vasca dello sciacquone.

mercoledì 10 settembre 2008

Still Alive


This was a triumph.
I'm making a note here: HUGE SUCCESS.
It's hard to overstate my satisfaction.


Niente buchi neri, niente fine del mondo, siamo ancora qui.

Tanto lo sappiamo tutti che la fine del mondo sarà sabato, il 13 settembre... IL SECOND IMPACT!
Eh? Come? Doveva avvenire nel 2001?
Azz...

Look at me still talking
when there's Science to do.
When I look out there, it makes me GLaD I'm not you.
I've experiments to run.
There is research to be done.

martedì 9 settembre 2008

Ritorno in grande stile!


Il buon Joe Dever, per la mia personalissima gioia, dopo 22 anni dalla prima uscita decide di riprendere in mano i librogame di Lupo Solitario e riscriverli! La trama è sempre la stessa, ma lo svolgimento è diverso. Basti pensare che il primo libro inizia prima dell'invasione dell'esercito di Zagarna, e non dopo che il massacro dei Ramas è già compiuto. Quindi l'avventura è molto più lunga di quella originale, come testimoniano anche i 200 paragrafi in più. E pian piano dovrebbero uscire nuove versioni di tutti gli episodi (il secondo è già disponibile). Sempre aspettando il videogioco ufficiale di Lupo Solitario, creato dallo stesso Dever (che da vari anni si dedica al game design).

Ora scappo che devo leggerlo. Cioè, giocarlo. Vabbè, è lo stesso.

Update: non l'ho ancora finito, ma le differenze sono evidenti. Alcune parti sono riprese a mo' di copia/incolla dall'originale, ma molte cose sono aggiunte o riscritte meglio. Per esempio, nella prima versione, l'incontro con Banedon non era certo e avveniva vicino al monastero distrutto. Ora, da quel che ho capito, l'incontro è un passaggio obbligato ed è più spettacolare, ma non mi convince il fatto che lo si incontri molto a sud del monastero, dato che arrivava da nord...

lunedì 8 settembre 2008

It is my Duty

Il gioco "action" in terza persona di Warhammer 40000.



Non mi convince per nulla. Bella grafica, ma l'azione non sembra affatto divertente. Ma soprattutto, Warhammer è un gioco di strategia basato sulle battaglie tra eserciti. Un gioco come Dawn of War ne cambia le dinamiche ma ne mantiene lo spirito. Warhammer Squad Command ne riprende anche la dinamica di gioco. Persino la vecchia versione da tavolo, StarQuest, metteva nelle mani dei giocatori marine non un singolo uomo, ma una squadra. Invece qui c'è un tizio che va in giro da solo. Potevano almeno mettere in scena delle battaglie alla Call of Duty, invece è un comune action "spara e picchia".
Mah.

mercoledì 3 settembre 2008

Medici alle prime penne.


La S.V. è convocata in data Mercoledì 3/9/2008 per il servizio di vigilanza
alla prova di ammissione ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia.

Mi tocca, come si fa a dire di no quando ti chiamano S.V.? Esercita un fascino sull'ego tale da farti dimenticare l'immensa rottura di palle cui vai incontro.

(D'altra parte, devo farlo o all'ufficio personale avranno un contratto di lavoro in più nel tritadocumenti.)

Due anni fa ero curiosissimo di fare il servizio di sorveglianza al test di ammissione. Il fatto che si sarebbe trattato del test di Psicologia ( = topa come se piovesse... Nebo, non odiarmi) era un ulteriore sprone, ma la scansai perché, benché fossi arrivato da solo due mesi, ero l'unico in grado di capire e porre rimedio alle bizze di un portale d'ateneo che, con il traffico del periodo di immatricolazione, collassava ogni 30 minuti. Se andava bene. Così mi limitai a raccogliere i racconti dei miei colleghi, i quali mi invidiavano il fatto di non dover essere coscritto. Io, inizialmente, non capivo come potesse essere una palla questo lavoro: incontrare un sacco di tope gente al banco di registrazione, controllare che non barassero durante il test e andarsene a metà giornata lavorativa. Ma tanto dissero e tanto fecero che alla fine mi convinsero della noiosità della questione.
L'anno scorso, niente. Quest'anno arriva la chiamata, e dato che da qualche tempo il portale è stato ampiamente ristrutturato e ha smesso di collassare anche quando è sotto stress, non ho scusanti per sfuggire al lungo braccio dell'amministrazione.
Vabè, andiamo. L'appuntamento è alle 8 per la riunione preliminare. Si raccomanda la massima puntualità. Comincio bene: mi sveglio alle 7 anziché alle 6.40, mi lancio sotto la doccia, esco, asciuga asciuga, mannaggia a quando ho deciso di farmi crescere i capelli, guardo l'orologio: sono già le 7.30 passate. Accarezzo l'idea di fare una colazione decente, ma il mio neurone del realismo si sveglia e inizia a sbraitare NON C'E' TEMPO! e litiga col neurone dello scazzo per un po'. Alla fine il primo prevale e mi accontento di ingollare un caffè e una brioscina. In piedi. Per me, fare colazione in piedi senza essere al bancone di un bar è una bestemmia. Quando esco in macchina, sono già le 7.45. Merda. Grazie al cielo a quest'ora c'è poco traffico e alle 8 sono nell'aula concordata.
Seguono spiegoni e menate varie su tutto ciò cui dobbiamo stare attenti: dopo lo smacco del test dello scorso anno, annullato per forti irregolarità, stavolta si adotta il criterio che ogni studente è un infingardo il cui scopo non è tanto passare il test, quanto fregare noi della commissione. Sorbirsi questo non sarebbe male, se ci spiegassero effettivamente tutto quello che dobbiamo fare all'atto dell'identificazione dei candidati.
Ci avvisano che in una delle aule ci sarà una studentessa portatrice di handicap disabile diversamente abile, la quale, per legge ha diritto al 30% di tempo extra, cioè 36 minuti. Quando chiamano i nomi di chi si occuperà di quell'aula, prego di non finirci io. Ovviamente Murphy mi osserva sempre con affetto, e quando credo di averla scampata, il mio nome viene chiamato, proprio per ultimo. In realtà, come scoprirò più tardi, non sarebbe cambiato nulla, dato che la procedura di ritiro degli elaborati si è protratta ben oltre il tempo extra concesso.
La procedura di identificazione va abbastanza bene, anzi, è quasi divertente. Beppe, distrutto da una notte insonne, trascrive i dati dei documenti e raccoglie le firme, mentre io verifico la validità del pagamento della quota di iscrizione e consegno i codici a barre da apporre in seguito sulla scheda anagrafica. Ovviamente ci sono numerosi casi di gente che sbaglia fila (perdonabile, i cartelli che indicavano l'intervallo dei nomi erano poco visibili) o aula (degli imbecilli, potevano controllarlo con chiarezza sia sul sito web che all'ingresso dell'edificio - annotarsi i loro nomi e rifiutarsi di farsi curare da loro se dovessero passare il test e arrivare alla laurea).
Quando terminiamo, la sciagura si abbatte sulle nostre teste: dovevamo ritirare anche le ricevute di iscrizione del SIFA, sì, proprio quelle che a ciascuno abbiamo restituito con un sorriso dicendo "No, grazie, non serve!"

Due mezzi cervelli non fanno un cervello intero, ma un completo idiota.

D'altronde, siamo entrambi certi che non fosse stato specificato alla riunione, nella quale si è invece insistito su cosa controllare nel bollettino di pagamento e su come eseguire una perfetta rettoscopia (vedi mai che nascondono qualcosa là dentro...).
In seguito, abbiamo risolto ritirandole all'uscita, ma ci siamo accorti che ne mancavano tre. Big deal. La cazzata da nabbi siamo riusciti a farla. Grazie, Murphy.
Le due ore della prova scorrono noiosamente. Per ingannare il tempo, passeggio tra i banchi puntando le ragazze più avvenenti controllando che tutto si svolga regolarmente, mentre Beppe gira con il portatile in mano ricercando eventuali dispositivi Bluetooth attivi, che fa molto film di spionaggio. L'unico fatto degno di nota è aver salutato un'amica che passava fuori dall'aula.
Al momento della consegna, tutti si mettono a parlare ad alta voce e scoppia un gran casino, col risultato che gli aspiranti medici si beccano un cazziatone dalla presidentessa della commissione e dalla presidentessa del corso di laurea su come dovrebbero manifestare maggiore maturità stando buoni fino al termine delle operazioni e blablabla. Come da copione, tornano all'ordine per dieci secondi, poi riprendono a far casino.
Son ragazzi.

Al termine di tutto questo sproloquio, mi sorge una grande domanda. Che cazzo gliene frega a dei futuri medici di sapere chi ha scritto Va' dove ti porta il cuore, o di sapere in che regione è il lago Trasimeno, o da quale Concilio Vaticano è uscito un certo testo? E queste sono solo le domande che mi è capitato di sbirciare, ma di inutili ce n'erano parecchie altre, da quanto mi hanno detto.
Chi compila questi test SA chi dovrà poi sostenerli o butta giù le domande che gli suggeriscono le farfalle che ha nel cervello?