martedì 22 marzo 2011

L'Errore di John.


In questo post del suo blog, il RRobe, nei commenti, aveva affermato che il numero 5 della nuova serie di John Doe mi avrebbe fatto incazzare. Non è stato così: le critiche alla Chiesa e al Papa sono così trite, ritrite, masticate e sputate che il loro unico effetto è stato di farmi scuotere la testa per la loro mancanza d'originalità e il loro qualunquismo.
Però, forse senza volerlo, forse coscientemente, qualcosa di giusto l'ha detto: la Chiesa è fatta di deboli uomini, che sbagliano. Chi a questo punto si mettesse a irridermi tirando fuori la carta infallibilità papale, dovrebbe farsi un lungo, lunghissimo ripasso di dottrina cristiana. Che non gli offrirò io, dato che occuperebbe lungamente un post che non vuole discettare di questo.
Questo numero, infatti, mi offre lo spunto per parlare di una questione che mi affligge da quando è ripartita la serie: il nuovo mondo di John Doe difetta di coerenza.
Se già il Grande Capo, il Dio precedentemente in carica, mi aveva suscitato varie perplessità, John Doe fallisce miseramente nel vestire i panni del supremo. Non perché non ci sia tagliato (anche), ma perché è il mondo che ha creato, uguale al nostro, a non potersi conciliare con la sua figura.
Mi spiego.
La prima cosa che mi saltò all'occhio, nel numero 1 del nuovo corso, fu la presenza di una chiesa cristiana. Ho serissimi dubbi che un tipo piuttosto meschino come John abbia potuto mandare nel mondo una persona straordinaria come Gesù. Tanto più che sappiamo chi sia suo figlio: Mordred, che nella sua nuova incarnazione è una rockstar con ben poco da spartire col Cristo, se non lo scimmiottarne la via crucis nel numero 4.
Ma è proprio il numero 5 in oggetto a mostrare l'incoerenza del mondo di John Doe. La Chiesa non si inventa le cose dall'oggi al domani. Ogni affermazione fatta e posizione presa è frutto di attenti studi e riflessioni che durano anche secoli, e non ha alcun interesse a risultare impopolare, anzi. La Chiesa che adora il Dio John Doe sarà quindi modellata su ciò che egli ha fatto e detto nel corso dei millenni. Addirittura il Papa ha il suo numero di cellulare! Invece non è così, ed è questo che mina la consistenza della storia: ha preso in giro per millenni i suoi fedeli affermando cose che non c'entrano alcunché con il proprio essere? Difficile: lui stesso dice di sentirsi travisato e diffamato. Ha lasciato totalmente carta bianca ai suoi adepti per poi tornare a lamentarsi? Non credo: John Doe potrà essere indolente, ma non è tipo da prendersela con altri per le proprie mancanze. Tolte queste due possibili spiegazioni, qualunque altra lascia aperta nel fumetto una grossa discrepanza tra come la Chiesa appare e come dovrebbe essere.

Com'è possibile che si sia trascurato questo aspetto nel definire l'ambientazione? L'edificio narrativo così messo in piedi traballa, e non so se aggiungere puntelli nelle storie successive possa risolvere il problema. Sempre che agli autori interessi farlo. Forse necessitavano che il mondo fosse come lo conosciamo perché John potesse stravolgerlo, ma io non smetterò di sentire quel fastidioso tarlo che mi rode sussurrando "qualcosa non torna!"

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